LA RICERCA DI UNA «NUOVA ESTETICA DELLA MUSICA»

(Frammenti da Ferruccio Busoni, Abbozzo di una nuova estetica della musica, tit. orig. Entwurf einer neuen Ästhetik der Tonkunst, II edizione, Lipsia, 1916)
 
«TUTTE LE ARTI, MEZZI E FORME HANNO SEMPRE UN UNICO SCOPO, RITRARRE LA NATURA ED ESPRIMERE I SENTIMENTI UMANI.»

«la musica è nata libera e divenir libera è il suo destino.»

«Persino la stessa specie di pianta cresce in una forma indipendente per sviluppo, aspetto e forza, in ogni suo esemplare. Così in ogni motivo esiste, stabilita a priori, la sua forma compiuta; ogni singolo tema deve svilupparsi differentemente, ma ognuno segue in questo processo le necessità dell’eterna armonia. Questa forma rimane indistruttibile, non mai però uguale a se stessa.»

«il pubblico non sa e non vuol sapere che chi vuol accogliere in sé un’opera d’arte deve fare metà del lavoro lui stesso.»

«La notazione, la scrittura di pezzi musicali, é in primo luogo un ingegnoso espediente per fissare un’improvvisazione, sì da poterla far rivivere in un secondo tempo. Ma tra quella e questa corre lo stesso rapporto che tra il ritratto e il modello vivo. L’esecuzione deve sciogliere la rigidità dei segni e rimetterli in movimento.»

«ogni notazione é già trascrizione di un’idea astratta. Nel momento in cui la penna se ne impadronisce, il pensiero perde la sua forma originale.»

«l’opera d’arte musicale é insieme dentro e fuori dal tempo, e la sua essenza é quella che ci può dare una tangibile rappresentazione del concetto dell’idealità del tempo, altrimenti inafferrabile.»

«Mille mani trattengono l’alato fanciullo e sorvegliano benintenzionate i suoi passi, affinché non voli verso l’alto e sia così preservato da una grave caduta. Ma egli é ancora così giovane, ed é eterno; verrà il momento della sua libertà. Quando cesserà d’essere “musicale”.»

«il sentimento (in musica) esige due compagni: il gusto e lo stile. Ora, nella vita il gusto si incontra altrettanto di rado che il sentimento vero e profondo e, quanto allo stile, esso appartiene appunto al campo artistico. Ciò che rimane é una parvenza di sentimento, che bisogna definire sentimentalismo e ampollosità.»

Poiché anche il gusto è uno degli elementi costitutivi del sentimento, questo altera secondo le epoche -come ogni altra cosa- la forma in cui é espresso.»

«L’artista creatore non dovrebbe accettare alcuna legge tradizionale a occhi chiusi bensì considerare a priori la propria opera come un’eccezione. Dovrebbe cercare una legge propria e adeguata al suo caso, la dovrebbe formulare e poi di nuovo distruggere, dopo la prima applicazione perfetta, per non cadere lui stesso in ripetizioni all’opera successiva. Il compito del creatore sta nel dettar leggi e non nel seguirle. Chi segue leggi date cessa di essere un creatore.»

«La routine trasforma il tempio dell’arte in una fabbrica. Distrugge l’atto del creare. Perché creare significa: generare dal nulla. Invece la routine prospera nell’imitazione. Domina perché corrisponde alla maggioranza.»

«Perché vedete, i milioni di melodie che un giorno risuoneranno esistono sin dall’inizio, sono pronte, aleggiano nell’etere, e con loro altri milioni di melodie che non saranno udite mai. Basta tendere la mano ed eccovi un fiore, un soffio d’aria marina, un raggio di sole: evitate la routine perché essa arriva solo a ciò che riempie la vostra stanza, e sempre alle stesse cose: diverrete così pigri che non vi alzerete quasi più dalla vostra poltrona e prenderete solo ciò che vi sta a portata di mano. Mentre milioni di melodie esistono sin dal principio e aspettano di manifestarsi!»

«Gli strumenti sono incatenati alla loro estensione, al loro timbro, alle loro possibilità di esecuzione, e le loro cento catene legano necessariamente anche chi vuol creare.»

«Colui che sarà nato per creare avrà prima di tutto un compito negativo e di grande responsabilità, quello di liberarsi da tutto ciò che ha appreso e udito, da tutto ciò che é apparentemente musicale.»

«Ciò

    che oggi più si avvicina

               all’essenza originaria

                                della musica

                                     sono la pausa

                                               e la corona.»

«Segni e nient’altro che segni é anche ciò che oggi chiamiamo il nostro sistema tonale. E anche qui i segni sono diventati più importanti di ciò che devono significare, e a cui possono soltanto alludere.»

 

«Come sono importanti la terza e la quinta e l’ottava. Con quanta severità distinguiamo

le “consonanze” e le “dissonanze” -là dove dissonanze non possono nemmeno esistere!»

 

«Abbiamo diviso l’ottava in dodici gradi equidistanti, perché dovevamo pure aiutarci in qualche modo, e abbiamo disposto i nostri strumenti in guisa che non possano mai darci dei suoni intermedi. Soprattutto gli strumenti a tastiera hanno abituato a tal punto il nostro orecchio che, all’infuori dei dodici semitoni, tutti gli altri suoni ci sembrino impuri. E la natura ha creato una gradazione infinita -infinita! Chi se ne ricorda più oggi?»

E nell’ambito di questa ottava in dodici parti abbiamo segnato ancora una sequenza di distanze, in numero di sette e su questo abbiamo basato tutta la nostra musica. Che dico, una sequenza? Sono due, la scala maggiore e quella minore.»

«E’ strano che il maggiore e il minore siano sentiti come opposti.

Eppure hanno lo stesso volto.

«ARRIVIAMO DI NECESSITA’ ALLA COSCIENZA DELL’UNITA’ DEL NOSTRO SISTEMA DI TONALITA’. NOI ABBIAMO UN’UNICA TONALITA’.

«La natura procede continuamente e muta senza posa, ma d’un moto così uguale e insensibile, che gli uomini percepiscono solo lo stato di quiete. Solo se si volgono a guardare il passato si accorgono con sorpresa di essere stati ingannati. Perciò in ogni tempo il “riformatore” provoca risentimento: le sue innovazioni sono troppo immediate, e soprattutto percepibili. I mutamenti da lui introdotti acquistano validità solo quando il tempo, al suo modo impercettibile e sottile, ha percorso lo spazio ch’egli ha conquistato di sua forza d’un balzo.»

«Proponiamoci dunque di ricondurre la musica alla sua essenza primitiva; liberiamola dai dogmi architettonici, acustici ed estetici; facciamo che sia pura invenzione e sentimento nell’armonia, nella forma e nei timbri (perché invenzione e sentimento non sono solo un privilegio della melodia).»